La Meditazione

Esistono molte forme di meditazione, la nostra scuola si ispira alla meditazione zen che, semplificando un po’, può essere illustrata come segue.

Si sta seduti sul cuscino (zafu) tenendo diritta la spina dorsale. Le mani formano la “mudra cosmica”: il dorso della mano sinistra è appoggiato sul palmo della destra, i medi sono sovrapposti, i pollici si toccano leggermente, le mani formano un ovale

 Mudra

La posizione seduta può variare:

  • “loto completo” – kekkafuza (entrambe le gambe sono incrociate e il dorso dei piedi è posato sulla coscia opposta);
  • “semiloto” – hankafuza (un solo piede poggia sulla coscia opposta, l’altro è a terra);
  • “quarto di loto” – (un solo piede poggia sul polpaccio opposto, l’altro è a terra);
  • “posizione semplice” – (entrambe le gambe incrociate poggiano a terra);
  • “seiza” (posizione in ginocchio seduti sui talloni).

Chi avesse delle difficoltà ad assumere le posizioni descritte può meditare seduto su una panca o su una sedia con i piedi appoggiati a terra.

Assunta la posizione scelta, si stabilizza il corpo, sentendo l’appoggio del bacino sul cuscino e delle ginocchia a terra, mentre tutto il corpo deve tendere verso l’alto.
A questo punto, ci si concentra sulla respirazione. Gli occhi sono tenuti aperti con lo sguardo fisso su un punto a circa un metro e mezzo di distanza. L’atmosfera deve essere calma, rilassata e gioiosa.
Si può iniziare a contare i respiri da uno a dieci, per poi ripartire da uno. Questa pratica si chiama susoku-kan, cioè “contemplazione del conto dei respiri”.
Si passa poi alla semplice osservazione del respiro (zuisokukan) ed infine, in fase di allenamento avanzato, si può accedere a ciò che viene definito “vuoto mentale” (anjodaza): si dimora nel silenzio dell’essere attraverso la semplice pratica dello stare “soltanto seduti” (shikantaza).

Meditazione

I grandi Maestri affermano che la meditazione zen non serve a nulla e che non ha nessuno scopo se non quello di stare seduti.
Volendo però soddisfare la mentalità occidentale, assetata di spiegazioni, possiamo asserire che l’obiettivo della meditazione è di andare oltre all’immagine che abbiamo di noi stessi.
L’azione meditativa sistematica e continuata nel tempo consente di lasciare emergere il nostro “vero io”, di conoscere la nostra essenza, spogliandoci dal condizionamento di errate sensazioni, emozioni e pensieri facendoci sentire parte di un tutto, principale scopo di ogni vera pratica spirituale.

Lo stesso termine “aikido” (via dell’armonia con l’energia universale) richiama questo obiettivo, ponendo la meditazione al centro della nostra pratica.